Come iene in un set cinematografico
Solitamente quando avviene un disastro naturale come un terremoto, un’alluvione, uno tsunami, oppure un disastro causato dall’uomo come la caduta delle torri gemelle o il recente naufragio della nave da crociera Concordia, i media sembrano seguire un copione fin troppo prevedibile. Come abili cecchini puntano tutta la loro attenzione sulla ricerca dei responsabili, su cosa poteva essere fatto per evitare il dramma, sul numero delle vittime, sulla ricerca di un capro espiatorio e magari anche di qualche eroe. Il tutto girando tra le macerie come iene in un set cinematografico.
Raramente la telecamera si sposta sui superstiti, se non per cannibalizzarli e offrirli in pasto come freaks o martiri agli atavici appetiti voyeuristici di un pubblico ormai anestetizzato.
Chi (s)offre di più?
Dal naufragio della nave da crociera Concordia abbiamo sentito parlare fino alla noia del comandante Schettino e dell’ufficiale De Falco. L’Isola del Giglio è diventato l’ennesimo reality show; e ogni giorno veniamo informati sul numero esatto dei dispersi, dei morti e dello stato di avanzamento dei soccorsi.
Ultimamente poi si sta cominciando anche a parlare dei superstiti e del risarcimento per i danni subiti, dando goffamente i numeri come ad un’asta surreale in cui non si sa bene cosa con quei soldi si dovrebbe pagare. Infatti, mentre la Costa Crociere offre 14.000 euro a passeggero, l’associazione dei consumatori e intraprendenti avvocati ribattono sbrigativamente che si tratta di un’elemosina.
Naturalmente a me non interessa entrare nel mercato; invece da psicologo quello che mi interessa moltissimo è lo stato di salute dei superstiti. Non solo la salute fisica, ma anche e soprattutto quella psicologica, naturalmente.
Disturbo Post-Traumatico da Stress e Disturbo Acuto da Stress
L’aver assistito inermi a un evento catastrofico come un naufragio in cui la propria vita e quella dei propri compagni di viaggio è stata messa in pericolo non è privo di effetti sul nostro equilibrio psicologico. Queste esperienze di intenso terrore infatti possono lasciare profonde ferite psichiche difficili da valutare nell’immediato a causa della loro insorgenza subdola. Così come quando battiamo la testa è necessario un periodo di analisi e accertamenti per poter escludere il peggio, anche lo shock psicologico ha un periodo di latenza. E se anche nell’immediato la persona sembra aver reagito positivamente all’evento catastrofico riprendendo la sua vita di prima come se nulla fosse successo, può in realtà, mesi dopo, maturare una serie di sintomi ben precisi che sono riconducibili al Disturbo Post-Traumatico da Stress, un disturbo appartenente allo spettro dei disturbi d’ansia.
L’insorgenza di questo disturbo può avvenire entro i primi tre mesi dopo il trauma; tuttavia può verificarsi un ritardo di mesi o persino di anni prima della comparsa dei primi sintomi. Va inoltre aggiunto che se i sintomi si manifestano immediatamente dopo il trauma e si risolvono entro le 4 settimane successive, la diagnosi è di Disturbo acuto da stress. Risulta evidente quindi che considerate le relazioni fra i due disturbi, è al momento attuale impossibile determinare esattamente l’entità del danno che i superstiti hanno subito. Quindi anche quantificare il risarcimento (bontà loro).
C’era una volta la “Nevrosi da Guerra”
Già Herr Freud, a seguito della prima guerra mondiale, si occupò del disturbo post-traumatico da stress, che all’epoca chiamò “Nevrosi da guerra”. Ciò perché notò che i reduci di guerra riportavano una sindrome nevrotica ben precisa, che comprendeva il rivivere l’evento traumatico in sogni ricorrenti. L’aver assistito impotenti a bombardamenti e sparatorie nei conflitti bellici aveva scatenato un’intensa paura di morire, un terrore tale da imprimere nella psiche una ferita: un vero e proprio trauma. La parola trauma infatti, inizialmente usata solo in ambito medico per indicare una ferita fisica, iniziò a essere usata anche per riferirsi al contenuto psichico che quelle ferite portavano con sé: lo strascico emotivo delle ferite da guerra. E così come una ferita lascia una cicatrice sulla pelle, anche un trauma lascia una ferita da qualche parte dentro di noi.
Come ci si sente. (Sopraffatti dalla paura)
A seguito dell’esposizione a un fattore traumatico estremo, è probabile che i superstiti rivivano continuamente tramite ricordi intrusivi l’evento traumatico; che evitino stimoli associati al trauma (ad es. evitano di parlarne o di incontrare persone che gli ricordano il trauma). Possono esserci episodi dissociativi in cui la persona rivive l’evento traumatico (flashback); o reattività fisiologica in presenza di stimoli che ricordano lo shock.
La persona può apparire distaccata e emotivamente coartata, o anche irritabile e con frequenti scatti d’ira. Può manifestare una riduzione dell’interesse per attività prima ritenute piacevoli, e può sentire le proprie prospettive per il futuro dissolversi. L’organismo può trovarsi in uno stato di ansia tale da rendere difficile addormentarsi o mantenere il sonno. Sono frequenti incubi nei quali viene rivissuto il trauma.
I sopravvissuti a un disastro possono inoltre manifestare sensi di colpa per essere vivi a scapito di chi invece non si è salvato, o per ciò che hanno dovuto fare per sopravvivere.
I sintomi nei bambini possono essere differenti e possono comprendere: comportamento disorganizzato, agitazione e incubi, nonché sintomi fisici come mal di testa o dolori allo stomaco. Inoltre rivivono il trauma attraverso un gioco ripetitivo che simboleggia l’evento traumatico (non mi stupirei se un bambino sopravvissuto al disastro della costa concordia inscenasse continuamente con barchette giocattolo un naufragio).
Il disturbo post-traumatico da stress può insorgere anche seguito di incidenti stradali, abusi sessuali, atti di violenza subiti o di cui si è stati testimoni, attentati etc. La carica fortemente shoccante dell’evento traumatico deriva dal fatto che l’individuo si trova a essere sopraffatto da qualcosa che lo coglie impreparato, come la morte. È importante che chi ha vissuto un evento traumatico si rivolga a uno specialista per ricevere un trattamento psicologico adeguato.
Quindi, prima di sparare cifre con la sensibilità di un elefante in un negozio di porcellane, un po’ di rispetto per i superstiti!
Autore dell’articolo: Dr. Davide Lo Presti – Psicologo
Ordine degli Psicologi della Toscana. Iscrizione all’Albo N°6319
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Riceve a Montecatini Terme (PT)