Solo un obbligo?
La valutazione del rischio di stress lavoro correlato costituisce per le aziende un obbligo di legge sancito dall’art. 28 del D. Lgs. n.81 del 2008. La tendenza è di vederla come una seccatura burocratica da eseguire, l’ennesima imposizione/vessazione dello Stato verso le aziende. Come tutte le cose dovute, obbligatorie, si tende a svolgerla controvoglia: si fa perché si deve fare, per non incorrere in sanzioni; sottovalutando le potenzialità positive che invece può avere per l’azienda in termini non solo di benessere, ma anche di produttività.
Stress Lavoro Correlato: segnali & sintomi
Lo stress lavoro correlato consiste in una sensazione di malessere che la persona esperisce soggettivamente e che è legata al lavoro. Questo malessere tuttavia non è dovuto esclusivamente alle condizioni lavorative, bensì è il prodotto dell’ interazione dinamica tra la persona e il contesto organizzativo. In particolare lo stress lavorativo deriva dalla percezione di uno sbilanciamento tra le richieste provenienti dall’ambiente lavorativo e la capacità di risposta individuale del lavoratore.
Si manifesta nell’azienda attraverso segnali ben precisi come: alto assenteismo, elevata rotazione del personale, conflitti interpersonali o lamentele frequenti.
Sui lavoratori può determinare l’insorgenza di sintomi quali: stanchezza, irritabilità (sia verso i colleghi che verso gli utenti), inappetenza, demoralizzazione, negativismo, disimpegno sul lavoro etc.
Quanto mi costi?
I segnali e i sintomi di stress lavorativo producono degli effetti sul lavoro come infortuni, assenze per malattia, ritardi nello svolgimento o nella consegna del lavoro etc..
È facilmente intuibile come tutto ciò per l’azienda abbia una ricaduta negativa, causando dei costi economici notevoli: costi per malattia, costi per l’inefficienza dei lavoratori stressati, costi per gli infortuni, costi per la mancata consegna del lavoro o per i mancati guadagni – perché lo stress frena lo sviluppo dell’azienda.
Secondo i dati dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul lavoro:
- 40 milioni di lavoratori ogni anno accusano disturbi correlabili allo stress
- Il 22% dei lavoratori dichiara di essere soggetto a stress
- Il conseguente costo sociale ammonta a 20 miliardi di euro
A fronte di tali cifre sarebbe una miopia imperdonabile non intervenire per proteggere l’azienda dallo stress lavoro correlato
L’organismo-azienda
L’azienda nel suo insieme può essere vista come un organismo vivente, formato da diverse parti. Tuttavia l’identità dell’azienda è qualcosa di diverso e di più della somma della parti di cui è composta. Come ciascuno di noi è più delle sue mani, dei suoi occhi etc., così l’azienda ha caratteristiche proprie, “qualità emergenti” che nascono proprio dall’interazione dinamica delle sue singole parti. Ogni parte di cui è costituita l’azienda è importante, e dalla sua salute dipende la salute dell’intera azienda.
Proprio come un essere vivente l’azienda può ammalarsi, andando incontro a fattori che ne impediscono la crescita e la produttività. Lo stress per l’organismo-azienda rappresenta un fattore patogeno che ne rallenta le funzioni vitali-produttive fino a farla ammalare. Per questo è importante fare un check-up dell’azienda; rilevarne i sintomi (ad esempio assenteismo, infortuni etc.), diagnosticare eventuali patologie e intervenire con una terapia appropriata al fine di permettere all’azienda di esprimere pienamente il suo potenziale.
Una corretta valutazione del rischio di stress lavoro correlato consente di arginare i costi umani ed economici sommersi che lo stress produce nell’azienda.
Un’opportunità
La valutazione dello stress lavoro correlato è un momento in cui l’azienda fa un check up sul proprio stato di salute, analizzando le proprie caratteristiche costitutive. Ricercare le debolezze di un sistema complesso come quello di un’azienda non deve essere percepito come uno scavare alla ricerca di difetti o di inadempienze, ma come una ricerca di possibili aree da potenziare, attraverso interventi studiati ad hoc, per migliorare la salute dell’azienda, dunque la sua produttività.
Rappresenta un’opportunità di crescita. Non è una “verifica fiscale”, un controllo di eventuali mancanze da sanzionare, ma una risorsa da sfruttare appieno. Si tratta di un momento che l’azienda dedica a se stessa, guardando fra i propri ingranaggi se qualcosa è fuori posto, in modo da poter intervenire per far riprendere il processo produttivo al meglio.
Una corretta ed accurata valutazione del rischio di stress lavoro correlato va a vantaggio dell’intera azienda: sia sui dipendenti e dirigenti, sia sull’azienda in quanto insieme (migliorando il clima lavorativo), sia sul suo rendimento (fatturato).
Lungi dall’essere un mero adempimento burocratico o una sterile procedura obbligatoria imposta dall’alto, la valutazione del rischio di stress costituisce una importante opportunità di crescita.
Al riparo, in tempo
In conclusione, premesso che una condizione di rischio pari a zero è praticamente impossibile – poiché il rischio è un concetto probabilistico, che si esprime attraverso una percentuale – un’accurata e meticolosa valutazione puo’ di molto ridurre gli effetti negativi che lo stress comporta per la salute delle persone e per la “salute” dell’organismo azienda, ovvero per la sua produttività.
Un intervento tempestivo, attuato con la giusta professionalità è un’ottima forma di prevenzione che consente di mettere al riparo l’azienda e i lavoratori tutti da danni ben peggiori.
PSICOLOGO
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Dr. Davide Lo Presti – Psicologo
Ordine degli Psicologi della Toscana. Iscrizione all’Albo N°6319
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Riceve a Montecatini Terme (PT)
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