Qualsiasi società tende al conformismo, alla condivisione tacita di valori a cui noi ci adeguiamo, silenziosamente e spesso inconsapevolmente, spinti dal desiderio di essere come gli altri. Si tratta di Miti che, similmente a quelli degli antichi greci, sono inventati, ma che finiscono per condizionare concretamente le nostre vite, imponendoci dei sacrifici. Pensate ai sacrifici che facciamo per il mito della bellezza (diete, palestre etc..); oppure agli sforzi che compiamo per il mito del successo.
I libri che vi propongo rappresentano un tentativo di due intellettuali di prim’ordine, di smontare questi miti e di riportaci all’essenza della nostra vita.
Il primo libro, quello di Galimberti, analizza “Miti Individuali” e “Miti Collettivi” della nostra società contemporanea; il secondo libro, quello di Roland Barthes, scritto sessant’anni fa, analizza la società francese in cui l’autore viveva.
Considero entrambi i libri interessanti, poiché mentre il primo ci fa comprendere, con occhio critico, la società in cui siamo immersi, spogliandola di tutti quei significati che a noi ormai sembrano “dati”, ma che invece sono “costruiti”; il secondo ci parla di una società ormai scomparsa, di miti ormai sepolti, ma che pure sono stati. E proprio questi miti più vecchi, che ormai non ci condizionano (quasi) più, possono aiutarci a relativizzare i miti contemporanei, che invece ci richiedono, spesso, enormi sacrifici.
L’invito implicito di questi libri è di seguire l’esempio degli autori, ovvero di interpretare il mondo intorno a noi in maniera critica. O cadremo vittime di fantasmi.
UPDATE:
Durante l’aperitivo di Libri per la Mente del 20 Gennaio, dove Luca Mazzucchelli ha intervistato Umberto Galimberti, ho avuto l’onore di conoscere questo grande intellettuale che dovremmo considerare specie protetta.
Ecco una foto ricordo.
E qui la gentile dedica di Umberto Galimberti sulla mia copia di “I miti del nostro tempo”
Inoltre, una mia riflessione una settimana dopo l’intervista:
Poco prima che iniziasse l’intervista, Luca Mazzucchelli mi aveva avvertito: < Ogni volta che parlo con Galimberti, mi lascia sempre qualcosa su cui poi mi trovo a riflettere per giorni >.
Ecco, aveva proprio ragione. E’ dal giorno dell’intervista che mi ritrovo a pensare al tema del “testimone”. Ovvero al fatto che, quando perdiamo una persona cara (Galimberti si riferiva a sua moglie), con lei vanno via i ricordi, le cose vissute insieme e di cui solo lei sapeva. Va via una parte di noi, e un testimone della nostra esistenza.
Mi ha colpito inoltre, perché questa riflessione è stata fatta da lui, un uomo a cui non mancano “testimoni” della propria grandezza. Ma il tipo di testimone a cui si riferiva era qualcosa di più personale, intimo, autentico. E questo pensiero, dell’importanza delle persone che ci conoscono nella nostra quotidianità, mi accompagna dal 20 gennaio.
Grazie Umberto, per avermi aperto gli occhi, e il cuore.
P.S: Missione compiuta: come vedete dalla foto, poi Galimberti mi ha fatto una dedica sul libro “I miti del nostro Tempo. Quando ha visto la copertina, mi ha guardato con uno sguardo orgoglioso, e mi ha detto sorridendo: < Bel libro questo! >
Eh sì, Umberto, bel libro: lo hai scritto tu!
Qui i link dei libri:
Umberto Galimberti: “I MITI DEL NOSTRO TEMPO”: http://amzn.to/2mNXWgF
Roland Barthes: “Miti d’oggi” : http://amzn.to/2Dmhp1M